Adeguamento Istat canone di locazione ottobre 2024.
Vorresti sapere come si calcola l’adeguamento Istat canone di locazione? Bene in quest’articolo approfondiamo quest’argomento con esempi pratici.
Se fino a qualche anno fa, con il tasso d’inflazione intorno allo zero virgola o addirittura negativo (2016), l’adeguamento del canone nella maggior parte dei casi era quasi superfluo. L’impennata dell’inflazione negli ultimi due anni ha riacceso l’interesse per l’aumento del canone. Nei prossimi capitoli trovi tutte le informazioni sull’adeguamento Istat del canone di locazione. Buona lettura.
Indice
A quali contratti si applica l’adeguamento Istat canone di locazione?
L’adeguamento Istat canone di locazione è applicabile ai contratti a uso abitativo 4+4, concordato e affitti commerciali, nel dettaglio:
- Ad uso abitativo, libero (4+4) e concordato (3+2), purché non sia optato per la cedolare secca e a condizione che l’adeguamento sia previsto contrattualmente. È possibile aggiornare il canone del contratto libero fino al massimo del 100%; per i contratti a canone concordato è possibile l’adeguamento al 75%, salvo diverse disposizioni a livello territoriale.
- Per i contratti commerciali, è consentito in generale l’adeguamento al 75%. Qualora ricorrano due casi specifici, ovvero durata iniziale del contratto superiore a sei anni o canone di locazione superiore a 250.000 euro, è possibile concordare un aggiornamento fino al 100%, ai sensi della Legge 164/2014.
L’aggiornamento del canone di locazione non si applica ai contratti a uso transitorio e per studenti universitari.
Quando non è dovuto l’adeguamento Istat canone di locazione?
L’adeguamento del canone non è dovuto se non è previsto contrattualmente, anche se il locatore lo richiede per iscritto. Inoltre non è dovuto se il locatore ha optato per la tassazione a imposta sostitutiva cosiddetta cedolare secca .
Tabella adeguamento ISTAT per i canoni di locazione in scadenza a ottobre 2024.
Ogni mese l’ISTAT comunica le variazioni dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) che si applica per l’adeguamento del canone. Riepiloghiamo gli adeguamenti degli ultimi dodici mesi, aggiornati a ottobre 2024 con la seguente tabella:
Periodo | Indice FOI Rivalutazione al 100% |
Indice FOI Rivalutazione al 75% |
Ottobre 2024 | 0,8% | 0,6% |
Settembre 2024 | 0,6% | 0,45% |
Agosto 2024 | 0,8% | 0,6% |
Luglio 2024 | 1,1% | 0,83% |
Giugno 2024 | 0,8% | 0,6% |
Maggio 2024 | 0,8% | 0.6% |
Aprile 2024 | 0,8% | 0,6% |
Marzo 2024 | 1,2% | 0,9% |
Febbraio 2024 | 0,7% | 0,53% |
Gennaio 2024 | 0,8% | 0,6% |
Dicembre 2023 | 0,6% | 0,45% |
Novembre 2023 | 0,7% | 0,53% |
Come si calcola l’adeguamento Istat sul canone? Esempio.
Per calcolare l’adeguamento, basta applicare l’indice Istat al canone di locazione, facciamo un esempio:
- Supponiamo di avere un canone di 500 euro con scadenza annuale a ottobre 2024, l’aggiornamento si applica a partire da novembre con l’indice 0,8% se la rivalutazione è al 100%. Calcolo, 500 + 0,8%= 504,00 euro. Se il contratto prevede la rivalutazione al 75%, l’indice è 0,45% (il 75% di 0,6) il calcolo è 500+0,6%=503,00 euro.
Quando si applica l’adeguamento Istat canone di locazione?
È possibile applicare l’adeguamento Istat del canone di locazione ogni 12 mesi alla scadenza annuale del contratto, previa comunicazione all’inquilino. Se ad esempio la scadenza annuale è a ottobre, l’aggiornamento si applica da novembre con l’indice di rivalutazione del mese.
Come comunicare l’adeguamento del canone Istat all’inquilino?
La comunicazione dell’adeguamento del canone alla variazione accertata dall’ISTAT, non necessità della raccomandata con ricevuta di ritorno, salvo che non sia espressamente previsto dal contratto. Si pone il problema di dimostrare, in caso di controversia, che l’inquilino ha ricevuto la comunicazione, in questo senso le soluzioni più affidabili sono la posta certificata (PEC), la consegna brevi manu con firma per ricevuta o la classica raccomandata a.r.
Quando il locatore può chiedere l’aumento Istat?
L’adeguamento dev’essere richiesto ogni anno dal locatore, in caso contrario si perde la possibilità di aggiornare il canone; c’è un’eccezione, a questa regola, riguarda i contratti a uso abitativo che contengono la clausola di adeguamento automatico del canone, in questo caso l’aggiornamento è dovuto anche se non richiesto. Il locatore potrà far valere questo diritto anche retroattivamente sui canoni non aggiornati, fino a 5 anni, pena la prescrizione. Questa regola non vale per i contratti a uso commerciale, la clausola di adeguamento automatico è nulla, ai sensi della L. 392/78.
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