Staccarsi dal riscaldamento centralizzato: Ecco come fare.
Come staccarsi dal riscaldamento centralizzato? I costi del riscaldamento condominiale sono spesso molto elevati, avere la gestione autonoma del riscaldamento è una delle richieste più frequenti di chi abita in condominio o vuole comprare casa. In quest’articolo trovi le informazioni per sapere quando è possibile staccarsi dal riscaldamento centralizzato, cosa dice la legge e come procedere. Buona lettura.
Indice
Prima di iniziare facciamo un piccolo passo indietro e vediamo:
Come funziona il riscaldamento centralizzato?
Il riscaldamento centralizzato è un impianto con un singolo generatore di calore che riscalda l’intero edificio. Il funzionamento è semplice il generatore di calore, come la caldaia centralizzata, scalda l’acqua che è pompata nei tubi dell’impianto e raggiunge i terminali (radiatori, impianto a pavimento) che trasferiscono il calore agli ambienti.
La caldaia per funzionare utilizza un combustibile fossile (gas, gasolio ecc.) o biomassa (legna, residui del legno ecc.). Il combustibile costituisce il costo principale del riscaldamento, le altre spese riguardano la gestione dell’impianto e la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Ripartizione spese riscaldamento condominiale come funziona?
Le spese del riscaldamento centralizzato comprendono due voci la quota fissa e la quota variabile o a consumo il metodo di ripartizione è il seguente:
- La quota fissa è ripartita in base a uno dei seguenti parametri, millesimi, metri quadri, metri cubi o le potenze dei termosifoni/terminali utilizzati; La percentuale di quota fissa è decisa dall’assemblea condominiale e non può superare il 50% del costo complessivo del riscaldamento Decreto Legislativo 73/2020.
- La quota a consumo è rilevata dai contabilizzatori, obbligatori su tutti gli impianti centralizzati.
Come staccarsi dal riscaldamento centralizzato?
L’art. 1118 del codice civile prevede che il condomino possa staccarsi dal riscaldamento centralizzato comunicando la decisione all’amministratore di condominio e allegando una relazione tecnica che attesta che dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini; Seguendo questa procedura non serve l’autorizzazione dell’assemblea condominiale.
Suggerimento: Abbiamo detto che il distacco dall’impianto centralizzato non è subordinato all’approvazione dell’assemblea condominiale. È necessario in ogni caso verificare che il nuovo impianto non sia in contrasto con delibere degli enti locali, in tema di risparmio energetico.
Cosa deve pagare chi si stacca dal riscaldamento centralizzato?
Il condomino che decide di staccarsi dall’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, è tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma.
Conviene staccarsi dal riscaldamento centralizzato?
A questa domanda non è possibile dare una risposta univoca, la valutazione dipende dall’utilizzo che si fa del riscaldamento, dall’efficienza e dalle caratteristiche dell’impianto condominiale ad es. il combustibile utilizzato. I vantaggi di avere un impianto autonomo derivano, appunto, dalla gestione totalmente autonoma del riscaldamento, particolarmente importante se ci si assenta spesso da casa, e dall’efficienza del nuovo impianto. I punti critici riguardano i costi d’installazione del nuovo impianto e sopratutto le spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché della conservazione dell’impianto centralizzato che restano comunque da pagare.
Conclusioni:
È possibile staccarsi dall’impianto centralizzato, rivolgendosi a un tecnico specializzato che valuterà i costi e attesta che il distacco non comporta oneri per gli altri condomini e squilibri per l’impianto centralizzato. Il consiglio è di valutare con attenzione i costi e i benefici, staccarsi dall’impianto centralizzato potrebbe rivelarsi una soluzione controproducente in termini economici.
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