Smart Working 2024: Qual è il futuro del lavoro agile?
Che fine ha fatto lo smart working e quali sono le prospettive per il futuro? Il lavoro agile ha conosciuto un boom durante la pandemia Covid-19, ci siamo accorti che il lavoro può essere svolto, in parte, senza muoversi dalla propria abitazione. Dopo la pandemia, la pubblica amministrazione e le aziende private hanno richiamato in ufficio molti dipendenti. In questi ultimi anni il fenomeno smart working sembra in declino, ma è davvero così? Scopriamo qual è la situazione attuale, il trend e le aziende che investono nel lavoro agile.
Sommario
Prima di approfondire le dinamiche, vediamo cosa s’intende per smart working;
Che cos’è lo smart working?
È l’esecuzione da remoto di un lavoro subordinato con l’utilizzo di dispositivi tecnologici, con l’obiettivo di incrementare la produttività e far conciliare l’attività lavorativa con la vita privata. Questa modalità di lavoro è disciplinata dalla Legge n.81 del 22 maggio 2017 e successivamente modificata dalla Legge 122/2022. Non sono previsti vincoli di orari o di luogo di lavoro, ma solo un numero massimo di ore lavorate in base al contratto di categoria.
Qual è la differenza tra smart working e telelavoro?
Spesso si fa confusione tra telelavoro e smart working, la differenza tra le due modalità di lavoro è sostanziale, nel primo caso si tratta semplicemente di un lavoro svolto da casa con orari e metodi prefissati; il lavoro agile o smart working si differenzia per la filosofia manageriale, si basa, infatti, sulle competenze della persona che ha ampia autonomia gestionale nella scelta di spazi, orari e strumenti ed è responsabilizzata al raggiungimento dei risultati.
Smart working: Le regole per conciliare lavoro e vita privata
Flessibilità e autonomia nella gestione dell’attività lavorativa sono le regole su cui si basa il lavoro agile; lo smart worker può definire autonomamente tempi e metodi di lavoro, può quindi decidere di dedicare una parte del normale orario di ufficio ad attività della vita privata e recuperare l’attività lavorativa in un altro momento della giornata; ad esempio può uscire di casa durante l’orario di lavoro per esigenze personali, il tutto in un’ottica di gestione responsabile. È possibile definire fasce orarie di contattabilità nel rispetto al diritto alla disconnessione del dipendente.
Smart working: Situazione attuale e prospettive
La sensazione dopo la pandemia è di un forte declino del lavoro agile, in realtà l’ultimo rapporto Istat conferma che la percentuale di chi lavora in smart working è in crescita, sono più di 4 milioni gli smart worker attualmente in Italia, con una crescita del 400% rispetto al 2019, ma non è finita qui, secondo l’Istituto di Statistica i lavoratori che hanno le caratteristiche per svolgere l’attività in modalità agile sono il doppio di quelli attuali, in pratica oltre 8 milioni di persone, un terzo di tutti gli occupati potrebbero lavorare da casa.
Esistono diversi ostacoli da superare, rigidità del lavoro, criticità legate alla rete, ma l’impatto che questo cambiamento potrà avere in ambito socio-economico e ambientale è ancora difficile da valutare.
Smart working: Vantaggi e svantaggi
Lavorare da casa in modalità agile presenta diversi vantaggi sia per il datore di lavoro che per il lavoratore, rispettivamente:
Per l’Azienda
- Incremento della produttività;
- Minori costi per la gestione di uffici;
- Soddisfazione del dipendente;
- Riduzioni dei costi per quanto riguarda la gestione di mense o buoni pasto.
Per il lavoratore:
- Possibilità di conciliare lavoro e vita privata;
- Minori costi per trasferimenti casa-lavoro.
Tra i vantaggi occorre poi aggiungere i benefici per l’ambiente per la riduzione di CO2.
Dopo aver elencato i vantaggi, è giusto prendere in considerazioni anche gli aspetti negativi; gli svantaggi del lavoro agile sono da ricercare nella difficoltà a organizzare l’attività, sia per l’azienda che per il lavoratore. Le aziende possono avere difficoltà a definire correttamente gli obiettivi, e non essere poi in grado di verificare i risultati effettivamente raggiunti. Il lavoratore può avere difficoltà a conciliare lavoro e vita privata, a concentrarsi sugli obiettivi, soffrire di una sorta di alienazione dal contesto lavorativo o al contrario, subire un’eccessiva pressione da parte del datore di lavoro.
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Chi ha diritto allo smart working nel 2024?
Dal 1° aprile 2024, non esiste più l’obbligo per le aziende di concedere lo smart working ai dipendenti fragili o con figli under 14, ogni azienda privata o pubblica (per la PA l’obbligo era decaduto già il 31 dicembre 2023) potrà decidere, in base alle sue esigenze se concedere o meno il lavoro agile ai propri dipendenti.
Gli accordi saranno tra azienda e lavoratore e potranno rientrare in un quadro più ampio di accordo a livello di contratto aziendale.
Smart working e l’impatto sul mercato immobiliare residenziale?
Gli effetti dello smart working sul mercato immobiliare saranno molto graduali, e riguarderanno in particolare la ricerca d’immobili più funzionali alle nuove esigenze. In prospettiva è probabile che calino, soprattutto nelle città più grandi, le richieste d’immobili in zone adiacenti al centro a vantaggio di abitazioni in zone più decentrate, meno costose. Le persone non avranno la necessità di muoversi tutti i giorni da casa per andare al lavoro.
Per lavorare da casa è necessario avere degli spazi adeguati, questo comporterà la ricerca d’immobili di maggiori dimensioni, più funzionali alle nuove esigenze; ad esempio un locale in più da adibire a studio. Trascorrendo più tempo a casa è probabile che si desideri uno sfogo esterno come può essere un terrazzo o un giardino.
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