Pulizie condominiali in nero: Rischi e sanzioni da conoscere
Che cosa si rischia ad affidare le pulizie condominiali in nero a un condomino? Quella di affidare le pulizie delle scale o la cura del giardino a un condomino, è una delle pratiche più diffuse e controverse, le conseguenze, sono spesso sottovalutate, anche dall’amministratore che chiude un occhio, anzi entrambi, per evitare di creare scontento, possono essere pesanti.
Si tratta di scelte motivate da esigenze economiche, la pulizia delle scale o del giardino affidate a una persona in nero, dovrebbe far risparmiare. Succede più di frequente nei piccoli condomini, perché in quelli più grandi è più difficile che siano tutti d’accordo. Scopriamo cosa permette la legge e quali sono i rischi.
Indice
È possibile fare le pulizie condominiali fai da te?
L’assemblea condominiale può decidere solo all’unanimità che i condomini a turno facciano le pulizie delle parti comuni ad esempio le scale. Non è possibile adottare questa decisione a maggioranza, se anche un solo condomino è contrario, la decisione è nulla. Nessuna maggioranza può obbligare un condomino a fare le pulizie o delegare un terzo a farle in sua vece. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito la nullità di una delibera del genere che travalica le competenze dell’assemblea, violando i diritti del singolo condomino.
La decisione di pulire a turno le scale, presa sull’onda dell’entusiasmo del momento, si scontra spesso, con la realtà di un impegno gravoso e ripetitivo, che mal si concilia con gli altri impegni. Il risultato è spesso quello di creare altro malcontento tra i condomini.
Pulizie condominiali in nero, quali sono le sanzioni?
La decisione di affidare le pulizie condominiali in nero, ad esempio a un condomino, può avere conseguenze, molto spesso assolutamente sottovalutate, sia sotto il profilo civile che penale. Vediamo quali sono le violazioni e le sanzioni:
- L’art. 1129 c.c. prevede che l’amministratore è il condominio sono obbligati ad effettuare pagamenti tracciabili per la prestazione di servizi, anche per importi minimi. La violazione di quest’obbligo comporta una sanzione amministrativa di 3.000 euro;
- L’amministratore e il condominio che utilizzano lavoratori in nero, rischiano una sanzione fino a 36.000 euro, come previsto dall’art. 22 D.L.vo 151 del 2015 che prevede:
a) da 1.500 a 9.000 euro per ogni lavoratore irregolare, in caso di impiego sino a trenta giorni di lavoro effettivo;
b) da 3.000 a 18.000 euro per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore da trentuno e sino a sessanta giorni di effettivo lavoro; c) da 6.000 a 36.000 euro per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego del lavoratore oltre sessanta giorni di effettivo lavoro.
In caso di accertamento, le sanzioni sono a carico dell’amministratore e di tutti i condomini in solido, in qualità di committente o datore di lavoro.
Nel caso di affidamento delle pulizie condominiali in nero a una persona non iscritta all’albo delle imprese di pulizie, si rileva la violazione della Legge n. 82 del 25 gennaio 1994 che disciplina le attività di pulizia e sanificazione, con relative sanzioni.
Pulizie condominiali in nero, cosa si rischia in caso d’infortunio?
Abbiamo fin qui parlato di sanzioni amministrative, ma affidare le pulizie condominiali in nero, può avere delle conseguenze penali. La frase che si utilizza più spesso in questi casi è: “Non è mai successo nulla in tanti anni!”. Gli incidenti sul lavoro sono all’ordine del giorno, la mancanza di una formazione specifica o l’utilizzo di attrezzatura non idonea, ad esempio una scala per la pulizia dei vetri, può aumentare i fattori di rischio.
In caso d’infortunio, oltre al risarcimento del danno, si rischia una condanna penale ai sensi della normativa vigente, per lesioni e violazione delle misure di salute e sicurezza sul lavoro, condanna commisurata all’entità dei traumi subiti dal lavoratore.
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