Come escludere un parente dall’eredità: guida pratica.
Si può escludere un parente dall’eredità? La famiglia è il nucleo centrale della nostra società, al suo interno nascono e si rafforzano i rapporti, ma spesso anche contrasti e dissapori che possono sfociare nel desiderio di escludere un parente dall’eredità o più semplicemente di lasciare i propri averi alle persone più affini o che si sono presi cura di noi. Le motivazioni per escludere un parente dall’eredità, sono tante, contrasti, ingratitudine, agiatezza, ecc. In quest’articolo approfondiamo quest’argomento, cercheremo di farlo con semplicità e chiarezza.
Prima di approfondire il tema di quest’articolo è necessario fare delle precisazioni.
Indice
Chi sono gli eredi legittimi e legittimari?
La legge italiana stabilisce che hanno diritto all’eredità gli eredi legittimi e più precisamente:
- Il Coniuge
- I Figli (discendenti)
- I Genitori (ascendenti)
- Fratelli e Sorelle (del defunto)
- I parenti fino al sesto grado.
- In assenza di parenti l’eredità passa allo Stato.
La normativa fa un’ulteriore distinzione tra eredi legittimi e legittimari, i primi ereditano in mancanza di un testamento; gli eredi legittimari hanno diritto a una quota di patrimonio a prescindere dalle decisioni testamentarie. Vediamo meglio nel dettaglio le differenze:
- Eredi legittimari, sono il coniuge, i figli e i genitori del defunto (detti ascendenti), per questi soggetti sono previste delle particolari tutele, la cosiddetta quota di legittima che non si può ledere, art 536 c.c.
- Altri eredi legittimi, fratelli, sorelle e parenti fino 6° grado, hanno diritto all’eredità in assenza di un testamento secondo le quote stabilite dalla legge.
Che cos’è la successione legittima?
In assenza di un testamento o quando quest’ultimo disciplina solo una parte del patrimonio si apre la successione legittima. Il patrimonio del defunto si devolve tra gli eredi legittimi, fino al sesto grado, e in assenza di eredi il patrimonio va allo Stato.
Come si dividono le quote ereditarie senza testamento?
La divisione delle quote patrimoniali segue una rigida scala gerarchica, in cima ci sono i familiari più prossimi al defunto, coniuge e figli, a seguire gli ascendenti (genitori del defunto), i fratelli e gli altri parenti. Riepiloghiamo la divisione delle quote tra gli eredi:
Eredi | Quota di patrimonio |
Solo coniuge (senza altri parenti) | 100% |
Coniuge e 1 figlio | 50% a ciascuno |
Coniuge con 2 o più figli | 1/3 al coniuge 2/3 ai figli da dividere |
1 o più figli senza coniuge | 100% ai figli da dividere in parti uguali |
Coniuge senza figli con genitori e fratelli del defunto | 2/3 al coniuge, i fratelli e genitori si dividono 1/3. (I genitori hanno diritto ad almeno 1/4 della loro parte di eredità) |
Coniuge con genitori del defunto | 2/3 al coniuge 1/3 ai genitori |
Coniuge con fratelli del defunto | 2/3 al coniuge 1/3 ai fratelli |
Al defunto succedono i genitori e fratelli (senza coniuge e figli) | L’eredità è divisa tra tutti, ai genitori spetta almeno 1/2 |
Al coniuge è riconosciuto il diritto di utilizzare la casa adibita ad abitazione familiare. In caso di premorte del fratello del de cuius, la quota di sua spettanza è divisa tra i discendenti; allo stesso modo in caso di premorte dei genitori, la quota di spettanza passa ai nonni del defunto, eventualmente sopravvissuti.
Come funziona la successione testamentaria?
Una persona può redigere un testamento nel quale indicare le proprie volontà per disporre del patrimonio dopo la morte. Il testamento può essere pubblico ossia redatto da un notaio alla presenza di due testimoni o olografo, quest’ultimo per essere valido dev’essere scritto datato e firmato a mano dal testatore; in entrambi i casi il testamento deve rispettare le quote di legittima che spettano agli eredi legittimari, coniuge, figli, e ascendenti (genitori e nonni del defunto). Riepiloghiamo le quote di legittima da rispettare e la parte di patrimonio di cui il testatore può liberamente disporre con il testamento nella tabella che segue;
Eredi legittimari | Quota di legittima | Patrimonio disponibile |
Solo coniuge (senza figli e ascendenti) | 1/2 | 1/2 |
Coniuge con un figlio | 1/3 al coniuge 1/3 al figlio | 1/3 |
Coniuge con due o più figli | 1/4 al coniuge, 1/2 ai figli | 1/4 |
Coniuge (senza figli) e ascendenti | 1/2 al coniuge, 1/4 agli ascendenti | 1/4 |
Solo un figlio | 1/2 al figlio | 1/2 |
Due o più figli | 2/3 ai figli | 1/3 |
Solo ascendenti | 1/3 agli ascendenti | 2/3 |
Come escludere un parente dall’eredità?
È possibile escludere un parente dall’eredità con un testamento nel quale il testatore dispone l’esclusione di un soggetto dalla successione, o devolve il suo patrimonio a favore di uno o più soggetti escludendo l’erede legittimo. Questa procedura è molto semplice quando sono presenti solo eredi che non hanno diritto alla quota di legittima, fratelli, sorelle e altri parenti meno prossimi fino al 6° grado, è molto più complessa nel caso di eredi legittimari, coniuge, figli e ascendenti.
L’erede legittimario può essere diseredato dal testatore o escluso per legge. Nel primo caso il testatore deve specificare nel testamento i motivi alla base della diseredazione. I presupposti per diseredare un erede legittimario dalla quota di legittima, sono ostici, non bastano dei semplici contrasti, occorre che l’erede abbia compiuto atti gravi nei confronti del testatore o dei congiunti o che abbia violato obblighi familiari fondamentali.
Per legge si può escludere un parente dall’eredità in quanto indegno, art. 463 codice civile, quando il soggetto ha:
- Ucciso o tentato di uccidere volontariamente il de cuius, o un suo stretto congiunto (coniuge, ascendente o discendente);
- Commesso un reato penale, in danno dei soggetti al punto 1, al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull’omicidio;
- Prodotto una denuncia calunniosa o una falsa testimonianza nei confronti dei soggetti al punto 1, accusati di reati punibili con l’ergastolo o comunque con la reclusione superiore a tre anni;
- Perso la patria potestà del de cuius e non è stato reintegrato prima dell’apertura della successione;
- Indotto con dolo o violenza il testatore, a fare, revocare o mutare il testamento, o l’ha impedito;
- Soppresso, celato o alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata;
- Formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso.
Immagine: pixabay
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