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Diritto di abitazione coniuge superstite

Diritto di abitazione coniuge superstite

Diritto di abitazione coniuge superstite

Come funziona il diritto di abitazione coniuge superstite, quali sono i limiti e quando decade? Alla morte del congiunto la legge riserva al coniuge superstite il diritto di continuare ad abitare nella casa comune e di utilizzare il mobilio, allo scopo di tutelarlo da eventuali rivalse da parte degli altri eredi.

La legge nel sancire questo diritto, dispone limiti precisi nell’uso dell’immobile, il coniuge superstite deve attenersi a tali disposizioni per non perdere i benefici. In quest’articolo approfondiremo tutti gli aspetti legati al diritto di abitazione: costituzione, durata, vendita, decadenza, limiti, godimento, imposte, ecc.

Cos’è il diritto di abitazione?

È un diritto che consente al titolare e ai suoi familiari di abitare una casa di cui non è proprietario; è disciplinato dagli articoli 1021 e seguenti del codice civile. Il diritto di abitazione del coniuge superstite è sancito dalla legge si costituisce automaticamente, ma può essere deciso anche volontà del proprietario dell’immobile con un testamento o un contratto, e può essere acquisito anche per usucapione.

Il titolare del diritto può utilizzare la casa per abitarla, limitatamente ai suoi bisogni e quelli dei familiari, non può cedere il diritto a terzi, né concedere l’immobile in locazione.

Diritto di abitazione coniuge superstite art. 540 c.c.

In caso di morte del proprietario al coniuge superstite spetta il diritto di abitazione nella casa familiare e l’uso del mobilio. L’art. 540 c.c. stabilisce, infatti, che al coniuge superstite, anche in presenza di altri eredi, è riservato il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare, nonché, l’uso dei mobili che la corredano. Tale diritto è esteso all’intera abitazione e alle pertinenze, compresa la quota dei figli.

Diritto di abitazione coniuge superstite separato o divorziato.

Al coniuge divorziato non è riconosciuto il diritto di abitazione, lo stesso diritto è negato al coniuge legalmente separato in quanto manca il presupposto di convivenza nella casa familiare.

Occorre precisare che nel caso di coniuge superstite separato senza addebito, la giurisprudenza non è univoca, esistono visioni contrastanti tra chi ritiene che il coniuge separato senza addebito abbia diritto a vivere nella casa comune, e chi avversa questa ipotesi.

Diritto di abitazione del convivente

In caso di morte del proprietario della casa familiare, il convivente, che abita stabilmente nella casa comune, ha diritto di continuare a vivere nella stessa per due anni o per un periodo pari alla convivenza se superiore a due anni e comunque non oltre i cinque anni. Se il convivente superstite ha figli minori o disabili che vivono nella stessa casa, il diritto di abitazione non può essere inferiore a tre anni.

Il diritto di abitazione spetta al convivente superstite, anche se non ha la residenza anagrafica nella casa comune. Il diritto decade nel caso in cui il convivente superstite cessi di abitare stabilmente nella casa di comune residenza o in caso di matrimonio, di unione civile o di nuova convivenza di fatto.

Differenza tra diritto di abitazione coniuge superstite e usufrutto.

La differenza tra usufrutto e diritto di abitazione è connaturata all’uso dell’immobile, il coniuge superstite ha il diritto di utilizzare l’immobile per esigenze abitative proprie e dei suoi familiari, non può cederlo a terzi né locare l’immobile. L’usufruttuario, al contrario, può utilizzare l’immobile per le proprie esigenze, cederlo a terzi o locare l’immobile.

Vendita immobile con diritto di abitazione coniuge superstite.

L’immobile gravato da diritto di abitazione del coniuge superstite può essere venduto dal nudo proprietario, l’acquirente dovrà rispettare il diritto di abitazione.

Esiste la possibilità di vendere la piena proprietà dell’immobile, se il titolare del diritto di abitazione è d’accordo.

Decadenza diritto di abitazione coniuge superstite.

Il diritto di abitazione è personale, non cedibile e circoscritto al bene e all’uso ai fini di stabile abitazione. La causa principale di decadenza del diritto di abitazione è la morte del titolare del beneficio; può anche estinguersi nei seguenti casi:

  • Rinuncia, del titolare del diritto a favore di un coerede, senza corrispettivo;
  • Inutilizzo per un periodo superiore a 20 anni;
  • Inagibilità dell’immobile, qualora la funzione abitativa sia compromessa per incuria del titolare del diritto;
  • Il Cambio destinazione d’uso o cessione, il venir meno della funzione abitativa o la locazione dell’immobile può comportare l’estinzione del diritto;
  • Per Consolidamento del diritto e della proprietà in un unico soggetto

Diritto di abitazione del coniuge superstite: Chi paga l’IMU e le imposte?

L’onere del pagamento dell’IMU e delle imposte ricade sul titolare del diritto di abitazione, i comproprietari, titolari della nuda proprietà sono esentati dal pagamento. Nel caso del coniuge superstite con figli non conviventi che hanno ereditato la casa di famiglia, il coniuge acquisisce automaticamente il diritto di abitare l’immobile comune, e con esso anche l’obbligo di pagare l’IMU. L’imposta come noto non è dovuta se si tratta di abitazione principale, salvo che non sia censita catastalmente come casa di lusso (cat. A/1, A/8 e A/9).

Diritto di abitazione: Si possono ospitare soggetti terzi?

Il titolare del diritto di abitazione può legittimamente ospitare gratuitamente altre persone nella casa in cui vive senza che questo pregiudichi il diritto; Non è consentita la locazione o il subaffitto dell’immobile, in caso di comportamento difforme è possibile la revoca del diritto di abitazione.

Coniuge superstite in casa di riposo perde il diritto di abitazione?

No! Il titolare del diritto di abitazione ricoverato in casa di riposo non perde il diritto di abitazione, anche se sposta temporaneamente la residenza nell’istituto.

Diritto di abitazione in immobile in comproprietà con terzi.

Qualora l’immobile sia di proprietà del coniuge deceduto e di terzi, non scatta il diritto di abitazione per il coniuge superstite, giacché il diritto di quest’ultimo non può valere sulla proprietà di terze persone. Il coniuge superstite ha diritto ad abitare la casa familiare se era di proprietà del defunto o in comunione. Facciamo un esempio:

Marito e moglie vivono in una casa familiare di proprietà della signora e del figlio avuto da una precedente relazione, alla morte della moglie per il marito superstite non scatta il diritto di abitazione, perché come detto il diritto non può valere sulla proprietà di un terzo soggetto.

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