Che cos’è il condominio minimo e come funziona?
Che cos’è un condominio minimo? Quando parliamo di condominio, siamo portati a pensare a edifici con decine o centinaia di alloggi e di proprietari. La realtà delle nostre città è fatta anche di tanti piccoli edifici, con due o più unità abitative e relativi proprietari che hanno le caratteristiche del condominio minimo. Se vuoi sapere quando un edificio può definirsi condominio minimo, quali sono le regole e come accedere alle agevolazioni fiscali, in quest’articolo trovi le informazioni che ti servono. Buona lettura.
Indice
Che cos’è il condominio minimo?
Il condominio minimo è un edificio con due unità immobiliari e con almeno due proprietari con una quota di parte comune, quali ad esempio scale, cortili, ecc. È possibile ampliare la definizione di condominio minimo o piccolo condominio agli edifici che hanno un massimo di otto unità. La casistica dei condomini minimi è ampia, si va dalla classica casa familiare con due unità abitative divise tra parenti, alle villette a schiera, al piccolo edificio con più alloggi.
Come costituire un condominio minimo?
Il condominio minimo si costituisce automaticamente quando in un edificio ci sono almeno due unità immobiliari e due proprietari che condividono una parte comune, non è necessario alcuna richiesta di codice fiscale o delibera. È sufficiente che il proprietario di un edificio con almeno due appartamenti, venda un alloggio e la relativa quota di parte comune, per costituire automaticamente un condominio. Come vedremo nel prossimo capitolo, l’assenza di un amministratore, del regolamento e delle delibere assembleari è ininfluente.
Condominio minimo, quali sono le regole?
In seguito alla riforma del condominio, Legge n. 220 del 2012 sono state sancite delle regole che fanno una distinzione tra condomini e condomini minimi o piccoli. La legge stabilisce le seguenti regole;
- Amministratore e regolamento condominiale: Gli edifici con un numero massimo di otto unità immobiliari non hanno l’obbligo di nominare un amministratore, inoltre fino a dieci condomini, non c’è l’obbligo del regolamento;
- Obblighi condominiali: Gli edifici fino a un massimo otto unità immobiliari, definiti anche condomini minimi o piccoli, hanno gli stessi obblighi degli altri condomini, anche se spesso disattese, assemblea condominiale almeno una volta l’anno, tabelle millesimali per la ripartizione delle spese. Non è obbligatorio il codice fiscale del condominio;
- Parti comuni: Per la gestione delle parti comuni, la legge non fa differenza tra condomini piccoli o grandi, valgono le stesse regole di tutti gli edifici condominiali. La ripartizione delle spese relative alle parti comuni è suddivisa tra tutti i condomini, in base ai millesimi, anche se spesso in assenza di tabelle millesimali la ripartizione è in parti uguali.
- Decisioni condominiali: Sono adottate con le maggioranze previste dall’art. 1136 codice civile;
Condominio minimo come usufruire dei bonus fiscali?
I condomini minimi con massimo otto unità che non hanno l’obbligo di nominare un amministratore e non possiedono un codice fiscale, possono ugualmente beneficiare della detrazione per i lavori di ristrutturazione delle parti comuni? La risposta è Sì! È possibile fruire delle agevolazioni fiscali previste per interventi di:
- Manutenzione ordinaria;
- Manutenzione straordinaria;
- Restauro e risanamento conservativo;
- Ristrutturazione edilizia.
Come indicato nella circolare n. 3/E del 2016, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che si potrà fruire delle agevolazioni alle seguenti condizioni:
- Il pagamento deve essere sempre effettuato mediante l’apposito bonifico bancario/postale;
- In assenza del codice fiscale del condominio, i contribuenti riporteranno nei modelli di dichiarazione le spese sostenute indicando il codice fiscale del condomino che ha effettuato il bonifico.
In sede di controllo si dovrà dimostrare che gli interventi sono stati effettuati sulle parti comuni dell’edificio.
Potrebbero interessarti:
Quando si può non pagare le spese condominiali?
No Comments